1828 - Visita di monsignor Gabriele Ferretti

Visita pastorale del vescovo di Rieti Gabriele Ferretti nell'anno 1828 - Manoscritto in lingua italiana - Tratto da: Archivio della diocesi di Rieti, visite pastorali, cartella n. 66 - Trascrizione di massima (molte parti sono di difficile lettura) di Roberto Tupone - Rieti 30 gennaio 1989

Gabriele Ferretti
di nobile famiglia anconitana (il padre era conte)
Nato a Ancona il 31 gennaio 1795
Morto a Roma il 13 settembre 1860
Vescovo di Rieti dal 21/05/1827 al 29/07/1833 Arcivescovo titolare di Seleucia di Isauria

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TRASCRIZIONE DOCUMENTO

[pag. 179] Da Torano Mons. Vescovo col suo seguito passò alla terra di S. Anatoglia e venne accolto nella casa del signor abate don Pietro Placidi dove si trasferì dopo di aver gravemente orato nella chiesa parrocchiale. La terra di S. Anatoglia dista circa un miglio e 1/2 da Torano. E' situata sopra una amena collina alle falde degli Appennini non [pag.180] molto lungi dall' agro Torense. E' composta di 443 anime, divise in 64 famiglie circa. Era feudo di Colonna, ora è unita alla comune di Borgo Colle Fegato.

CHIESA PARROCCHIALE

La Chiesa Parrocchiale posta dentro il paese è dedicata a S. Niccola. E' di moderna architettura a volta, lunga canne 10 larga canne 4. Ha 10 archi aperti, ed uno chiuso per parte. In fondo all'altare Maggiore elevato dal resto della chiesa, per mezzo di due gradini con un ovato al di sopra ove in un quadro è dipinta la Vergine Santissima e San Niccola ed ai lati due statue di legno dorate ed inverniciate, rappresentanti San Niccola e Santa Anatoglia; sotto le quali sono 2 porte che danno l'ingresso alla Sagrestia. E' dedicata a S. Niccola di Bari: ed in esso conservasi il Santissimo Sagramento.

Il Sagramento aveva un monte frumentario di 15 salme, che ora è soppresso; e possiede alcuni beni dalla cui rendita l'amministratore deve render conto alla pubblica beneficenza. Con tal vendita si deve mantenere la lampada; si deve provveder la cena per tutte le [...] Domeniche, e solennità dell'anno, e per soddisfare gli obblighi seguenti:

  1. Quattro messe all'anno per Antonio Placidi.
  2. Una messa all'anno per Francesco Gentile.
  3. Quattro messe all'anno per Antonio Amanzi.

Non si sono soddisfatte; onde si è risoluto di scrivere al signor Intendente affinché faccia metter questi obblighi nei cosiddetti Stati discussi, onde almeno in avvenire siano adempiti. In oltre colle medesime vendite si danno 4 carlini a parroco per la messa solenne, ed un tarino a ciascun canonico nel dì del Corpo del Signore, e a' 4 maggio, giorno dedicato a San Atanasio.

  • Il primo altare a cornu epistule è del Santissimo Suffragio [pag. 181]. Possedeva quell'altare un piccolo fondo che più non esiste.
  • Il secondo altare è dedicato alla Madonna S.ma del Carmine, ed è patronato della famiglia Placidi. Vi è un beneficio semplice patronato della medesima famiglia, fondato da Antonio, e Camilla Placidi coll'obbligo di 2 messe al mese, e di altre 3 all'anno. Si possiede dal sig. don Giuseppe Placidi, il quale ha giurato di averle sempre celebrate.
  • Il terzo altare è dedicato a S. Luigi Gonzaga;
  • Il quarto alla nascita di Maria Santissima, che fu eretto nel 1785 dalla congregazione di alcune zitelle, che tutt'ora ospita, e che ogni anno fa celebrare la festa.
  • Il primo altare a cornu evangelii è dedicato alla Madonna del Rosario. Aveva un monte frumentario di venti salme di grano, che ora è dissipato. Possiede ancora de' beni particolari, colle di cui rendite si devono far celebrare due messe all'anno per Carlo Amanzi che lasciò alcuni pezzetti di terra ascendenti a coppe 44. Anche nella prima domenica di ottobre si danno 14 carlini all'abate, ed un tarino a ciascun canonico. L'abate per altro è obbligato a provvedere la cena per la messa, e per i primi, e secondi vesperi della solennità del rosario; a recitare il rosario in tutte le feste dell'anno, a celebrarvi in ogni prima domenica del mese, e farvi la processione. Le due messe per Carlo Amanzi non si sono celebrate; onde siccome il procuratore del Rosario deve ogni anno render conto alla pubblica beneficienza; si è risoluto di scrivere al Sig. Intendente, affinchè faccia porre anche questa partita negli Stati discussi. Il Sig. Presidente della Commissione Diocesana [pag.182] ci ha assicurati, che in quest'altare trovasi eretto sin dal 1640 un beneficio semplice, che si possiede dal Sig. d. Angelo Falcioni.
  • Il secondo altare è dedicato a S. Gio. Battista. E' senza pietra sacra. Appartiene alla famiglia Spera. Ha un beneficio semplice patronato col peso di una messa al mese, che si possiede dal Sig. abate d. Pietro Placidi, il quale ha giurato di aver soddisfatto.

CAPITOLO

Questa chiesa parrocchiale è ancora collegiata, ed il Capitolo è composto dell'abate, e di tre canonici. Devono per antica consuetudine assistere alle messi solenni, ai Vesperi, ed alle altre funzioni, intervenire alle processioni, ed associare i cadaveri. Partecipano coll'abate alle decime, ed agli emolumenti de' funerali. Tanto l'abbazia, quanto i canonicati sono patronati della casa Colonna. Ma il diritto resta in sospeso, perché non ha ancora questa casa mostrata la fondazione.

La Bolla dell'abbazia è stata spedita da monsignor Ascenzi al sig. Pietro Placidi nominato dagli eredi Colonna, e ritrovato idoneo per esame "ad formam concussy" ma siccome non è certo il diritto della casa Colonna, la Bolla non fu eseguita. Onde presentemente l'abazia viene amministrata dal prelodato sig. don Pietro Placidi in qualità di economo. Egli è nell'età di circa 46. Il canonico più anziano è il sig. don Arcangelo Amanzi di anni 80. Il secondo canonico è il sig. don Giuseppe Placidi di anni 52. Il terzo canonico è il sig. don Angelo Falcioni di anni 54. Non vi sono altri ecclesiastici.

[pag. 183] Circa le ore ventitrè monsignor vescovo si portò in questa chiesa parrocchiale ove accolto dalle solite cerimonie, fece le consuete aboluzioni, tenne un lungo eloquente discorso, ed amministrò il sagramento della Cresima a più di 230 persone. Tornato a casa parlò con molti di vari rilevanti affari, e dopo di aver cenato andò a riposare.

28 Aprile 1828 - Monsignor Vescovo ha questa mattina celebrata la messa nella chiesa di S. Anatoglia, nell'altare dedicato alla Santa. Terminata la messa ha cresimato altre 15 persone; è tornato a casa ha procurato di conciliare varie discordie, ha dati dei consigli a chi lo ha consultato, ha paternamente ammoniti coloro che tengono pratiche scandalose.

CHIESA DI SANTA ANATOGLIA

Questa stessa mattina si è fatta la visita della chiesa di S. Anatoglia. Rimane in poca distanza fuori del paese. L'antichissima e consagrata. Ha di lunghezza circa 11 canne, di larghezza cinque. E' a tre navate con diversi archi, e tutte le navate sono a volta. Era qui un monastero di monaci Benedettini, ma presentemente non ne rimangono che pochi indizi.

L'altare maggiore ha una pittura a fresco, che rappresenta la nascita di nostro Signore con alcuni angeli che tengono in mano gli emblemi della Passione, l'Annunciazione di Maria Santissima da un lato, dall'altro l'adorazione dei Magi. Questa pittura è stata recentemente ritoccata, e solennemente deturpata.

In fondo alla navata a destra di chi entra in chiesa, vi è una cap [pag.184] pella con altare dedicato alla santissima Pietà. E' umilissima, recinta da una balaustra di legno, e vi sono due sepolture. Il quadro rappresenta Gesù già deposto dalla Croce. Aveva quest'altare un monte frumentario, che a tempo di monsignor Camanda ascendeva a 80 salme di grano. Ora è dissipato. Possiede però alcuni beni stabili, e deve far celebrare una messa in ogni mercoledì pel G. Fabio Di Domenico. Queste messe si celebrano dall'abate per due porzioni, per la terza porzione da' canonici.

A cornu evangelii esiste un'altra Cappella in fondo alla navata. E' dedicata a S. Sebastiano, di cui evvi una statua di legno. La comune celebrava la festa di questo Santo, e dava il conveniente stipendio all'abate, ed a Canonici. Ora non più. Nell'altare vi è un ciborietto inservibile, e dentro il recinto della cappella, due sepolture.

Nella parete a cornu epistole si vede dipinto un santo vescovo, e S. Antonio Abate, sotto le quali figure leggesi: "Le redi de Marchittu lasciò ducati dui per lascite de lu patre es."

A cornu Evangelii è rappresentato il Paradiso, il Purgatorio e l'Inferno. Nell'alto è il Paradiso, nel quale vedesi Gesù nostro signore cinto da vergini, angeli, arcangeli alcuni dei quali nuotanti fra le nuvole suonano cetre, timpani. Il Purgatorio è a sinistra. E' diviso come in due piani. Nel più basso vedesi un grande stagno, ove stanno immerse le anime purganti, alcune delle quali co' piedi in sù. Nel più alto scorgesi come un forte cinto di mura, dalle quali sono accerchiate alcune anime di cui due sono già uscite, e vi sono incamminate verso il Paradiso, avendo a tergo un angelo, che è in atto di pregare con una palma. Mirasi la porta del Purgatorio in mezzo ad un'alta torre, ed innanzi ad essa un sacerdote colle chiavi in atto di aprirla, e presso al sacerdote una turba di fedeli, che genuflessi stanno pregando. A destra è l'Inferno diviso parimente in due piani. Nel piano inferiore vedesi il principe de' demoni Satanasso, che a destra, e a sinistra ha i capitani de' peccati capitali. A destra Rubiconte capitano dell'accidia, Farfarelli capitano dell'invidia, Anciacciu capitano della lussuria, a sinistra Boccarotta capitano de' lira, Gammarotta capitano del usuria, Calcabricu capitano della gola. Nella parte inferiore mirasi molti dannati tormentati in varie guise. Sulla porta leggesi: "Lassate onne speranza o voi che intrate", e più sotto "Ecco il vecchiu Caronte, intu alla riva". Vicino alla porta dell'inferno la barca di Caronte. Fra l'inferno e il Purgatorio l'arcangelo S. Michele, che co' piedi calpesta il drago infernale, e colla destra regge una bilancia, in cui pesa le anime. A lui dappresso vedesi una persona sospesa in aria, che afferra l'anima posta nel disco più vicino all'inferno.

L'altare di S. Sebastiano aveva un monte frumentario di circa dieci salme di grano, che trovasi disperso, e possiede alcune rendite particolari.

Nella navata a cornu evangelii trovasi un'altro altare dedicato alla Madonna santissima di Loreto. E' senza pietra sagra, e senza ornati, e perciò è interdetto. In quest'altare è fondato un beneficio semplice di Jus-Patrono della casa Colonna, che presentemente si possiede dal sig. don Angelo Falcioni. E' stato decretato, che il beneficiante dentro tre mesi lo ristauri, lo provvegga di pietra sagra, e di ornati.

Nell'arco medio tra la navata grande, e la navata a cornu epistole, esiste una cappellina, con 4 colonne di stucco, recinta da un bel cancello di ferro inverniciato, entro la quale esiste un altare dedicato a S. Anatoglia con pittura a fresco rappresentante la Santa. Nella volta della cappella è dipinto il Redentore, e ha quattro lati, i 4 Evangelisti. Questa pittura è stata di fresco ritoccata, e deturpata. Vicina alla immagine della Santa leggesi in caratteri gotici "Anatolia".

CHIESA SANTA MARIA DEL COLLE

[pag. 185] Evvi ancora un'altra chiesa rurale tra Torano e S. Anatoglia, chiamata S. Maria del Colle. E' lunga circa 4 canne, larga 2. Ha un solo altare ed è siffatto. [pag. 186] Il tetto e le mura minacciano rovina. L'ingresso è senza porta; il pavimento fracassato; l'altare semi diruto. In questa chiesa suoleva processionalmente portarsi, l'abate di S. Anatoglia col popolo due volte all'anno, cioè nel giorno di Pasqua, e nel giorno della visitazione della Madonna, e vi cantavano. Anche il popolo di Torano vi accedeva in processione nel lunedì di Pasqua.

In questa chiesa trovasi retto un beneficio semplice di Jus-patronato della casa Colonna, che presentemente si possiede dal sig. don Franco Fabrizi di S. Stefano del Corvaro. E' a carico del beneficiato la manutenzione di questa chiesa (Vis. del 1777 pg. 436 a Far.). Perciò è stato ordinato sotto pena della sospensione "Ipso facto incurrendo" al sig. don Franco Fabrizi, di riattare dentro il mese di settembre questa chiesa col suo beneficio. Questa violenta misura si è resa indispensabile, perchè egli ad onta delle preghiere e delle minacce del sig. vicario generale Pacifici, e ad onta delle promesse, che egli stesso ha più volte fatto, ha sempre temporeggiato, ne mai ha posta la mano all'opera permettendo che la chiesa ogni giorno più deteriorasse. Intanto la chiesa è interdetta.

GROTTA DI SAN LEONARDO

Nel territorio di S. Anatoglia e precisamente nel monte Fiui, vi è una grotta con un altare diruto, dedicato a San Leonardo. Ha un beneficio semplice padronato della casa Colonna la cui istituzione spettava all'abate di San Paolo di Roma. Il beneficiato aveva l'obbligo di contribuire al predetto abate 11 once di zafferano all'anno. Oggi dì è padronato reggio, si possiede dal sig. canonico don Giuseppe Placidi e le once di zafferano non più si pagano.

CHIESA DI SAN LORENZO IN CARTORA

[pag. 187] Altra chiesa rurale è quella di San Lorenzo in Cartora. E' patronato della casa Colonna. Ha un beneficio semplice similmente patronato, che rende 4 salme di grano all'anno; e gli è annesso il peso di una messa al mese. Ora questo beneficio è presso la commissione diocesana. La chiesa è larga canne 3, lunga 5. Ha un solo altare ha 2 sepolture. Tutto in cattivo stato.

LA CHIESA DI SAN. ATANASIO

Sotto le mura del paese esisteva un'altra chiesa dedicata a S. Atanasio, che da monsignor Vincenzo Ferretti venne interdetta. Ora è affatto rovinata. Vi era l'obbligo di una messa solenne, e di 3 lette. Quest'obbligo ora appartiene alla compagnia del Sacramento, da cui si fà soddisfare per mezzo dell'abbate, e dei canonici.

[Continua verso le pag. 1000 ca. con la descrizione dei preti e canonici vari e dei nuovi ordini dati dal vescovo ai clericali, etc.]