Capitolo V - Affreschi

Deposizione di Gesù

  • Seguendo l'ordine descrittivo del Vescovo Ferretti il primo affresco da prendere in considerazione é quello che si trovava nell'Altare Maggiore e che raffigurava la "Nascita di Nostro Signore". Di esso non ne rimane alcuna traccia. Durante i lavori del 1870-80 l'altare maggiore dedicato al "Natale di N.S.G.C." venne sostituito con l'altare di Sant'Anatolia e con la grande struttura contenente la statua in gesso della santa realizzata da Carl Albert Saff nel 1894.
  • Il secondo affresco descritto da Ferretti è quello della Deposizione di Gesù che nel 1828 era situato nella Cappella della SS. Pietà in fondo alla navata di destra. Esso, durante i lavori del 1870, venne distaccato dall'altare e ricollocato nel muro esterno della Cappellina di S.Anatolia ove è tutt'ora. L'affresco potrebbe essere stato realizzato dalla stessa mano che ha realizzato l'affresco di San Rocco di cui si parlerà in seguito. Non avendo altri dati si ipotizza quindi che possa risalire al secolo XV° o XVI°.
  • Nella Cappella di San Sebastiano ed in quella della Madonna SS.ma di Loreto Ferretti riferisce che non vi erano affreschi. Egli parla di una statua lignea raffigurante San Sebastiano situata nella cappella omonima, ma di questa statua oggi non ve n'è più traccia.
  • Per quanto riguarda la Cappella di Sant'Anatolia il vescovo Ferretti, oltre all'immagine di S.Anatolia, descrive un affresco del "Redentore" situato nella volta e i "Quattro Evangelisti" situati ai quattro angoli della Cappellina. Dell'immagine del "Redentore" non vi è nessuna traccia, a meno che non stia ancora sotto lo strato di stucco nella volta della cappellina.

Gli affreschi dei "Quattro Evangelisti" descritti dal Ferretti si trovano ancor oggi all'esterno della Cappellina, negli angoli in alto. Dei quattro affreschi, tre sono ancora visibili, mentre il quarto è completamente dissolto.

I Quattro Evangelisti I Quattro Evangelisti I Quattro Evangelisti I Quattro Evangelisti

Affreschi con la raffigurazione dei Quattro Evangelisti. Il 1° è dissolto.

Nella Cappella di S.Anatolia si trovano altri affreschi, non descritti dal vescovo Ferretti. Uno è posto nella parete retrostante la Cappellina in basso a destra e al di sotto dell'affresco della Deposizione di Gesù già descritto poc'anzi. Rappresenta una santa, con la palma del martirio in una mano e con la bibbia nell'altra. L'affresco fino a pochi anni or sono era ricoperto da intonaco e solamente nel 2004 è stato scoperto e restaurato. Una particolarità riguardante questo affresco è che i pellegrini in visita al santuario avevano preso la brutta abitudine di incidere le loro firme su di esso. In esso si trova la data 1822 incisa da un certo Eusepio di Giovanbattista, il nome di Fracassi Peppino, di Luce Vittorio, di Pietro, ecc. Anche questo affresco, come quello della Deposizione di Gesù, potrebbe essere stato tolto da una parete della chiesa antica e ricollocato dietro la cappellina.

2004 - Santuario di S.Anatolia

Immagine di Santa Martire

Nella stessa parete, a sinistra dell'affresco appena descritto, sono posti altri tre affreschi quasi completamente dissolti. L'affresco superiore è indecifrabile, mentre in quello sottostante si intravede la sagoma di un vescovo mitrato. Il terzo si trova al centro della parete, a destra di quest'ultimi e perpendicolare all'affresco principale di Anatolia. Si trovava sotto uno strato di intonaco ed è stato riscoperto nel 2004. L'affresco, visibile sempre dal retro della Cappellina, rappresenta un'altra santa. Purtroppo di questa raffigurazione non rimane che una parte dei capelli biondi, dell'aureola e della spalla sinistra e uno spezzone della cornice. L'affresco ci fornisce però un indizio, una data 1460 di cui non sappiamo il numero finale (vedi sopra).

affresco indecifrabile Vescovo mitrato 2004 - Santuario di S.Anatolia

Immagine indecifrabile - Abate mitrato - Immagine di una santa con data 1460 impressa sulla cornice.

All'interno della Cappellina troviamo altri due affreschi a destra e a sinistra di quello principale di S.Anatolia. I due affreschi simili e contrapposti raffigurano due angeli e quattro putti che guardano e pregano rivolti verso la vergine Anatolia. Questi affreschi, rispetto a quello principale di Anatolia, probabilmente sono stati creati in epoche successive.

2004 - Santuario di S.Anatolia 2004 - Santuario di S.Anatolia 2004 - Santuario di S.Anatolia

A destra e sinistra affresco raffigurante angeli che contemplano Anatolia. Al centro l'immagine di Sant'Anatolia

Madonna del Latte.

Madonna del LatteSempre all'interno della Cappellina di S.Anatolia, oltre a tante decorazioni meno importanti, vi è il bellissimo affresco raffigurante la "Madonna del Latte". Fu scoperto nel 2004 sotto il contro-soffitto della cappella. Il contro-soffitto era a forma di volta e non sembrava potesse essere vuoto all'interno e soprattutto nessuno avrebbe potuto immaginare che potesse nascondere una tesoro così bello. In effetti la scoperta è avvenuta del tutto casualmente. Il giorno della scoperta mi trovavo sul posto quando chiesi all'archeologo che stava lavorando sulla cappellina, di provare a togliere l'intonaco alla volta per vedere se sotto vi era l'affresco del "Redentore" descritto dal Ferretti nel 1828 (vedi paragrafo precedente: "Altare o Cappella di S.Anatolia"). Il caso volle che, provando a togliere l'intonaco, l'archeologo per errore fece un foro alla volta e scoprì in quel modo che tra essa e il soffitto c'era del vuoto. A quel punto l'archeologo incuriosito guardò con una lampada attraverso la fessura e intravide dei colori. A quel punto decise di allargare la fessura e venne alla luce l'affresco della Madonna del Latte.

A proposito della Cappella di S.Anatolia nel 1897 il Vescovo Quintarelli la descriveva così: "A circa 6 metri dall'ingresso, a destra di chi entra, v'è nella navata centrale un'edicola o tempietto isolato; a largo e lungo poco oltre 3 metri, ed alto 2 1/2; è coperto a volta: nel lato che guarda il presbiterio v'è il muro, al quale è addossato un altarino, negli altri tre lati una cancellata di ferro battuto; ai quattro angoli quattro colonnette in materiale simetriche, che sostengono la piccola volta. Nell'altarino un antico affresco rappresentante S. Anatolia, difeso da cristallo in cornice di legno. Nella volticella le immagini pure a fresco, in seguito ritoccate anzi deturpate, della SS. Vergine a perpendicolo della mensa, e dei quattro evangelisti verso gli angoli. Questa edicola vanta una relativa antichità, ed è tenuta dai terrazzani e forastieri in molta venerazione". Viene quindi nominato un affresco della SS.Vergine posto nella volticella a perpendicolo della mensa. E' possibile quindi che nel 1897 l'affresco della madonna del latte fosse ancora visibile.

Per inquadrare la datazione dell'affresco della Madonna del Latte abbiamo individuato i seguenti tre affreschi nelle zone di Ancona (Marche), L'Aquila (Abruzzo) e Foligno (Umbria).

Il primo è stato dipinto da autore ignoto e datato dagli storici alla seconda metà del secolo XV°. Si trova nella Provincia di Ancona presso la chiesa di Santa Maria in Portuno. Per il secondo viene suggerito l'autore in Andrea de Litio, nato a Lecce nei Marsi nel 1410/1420 - morto ad Atri o Chieti nel 1488 c. La datazione è sempre il XV° secolo. Si trova a L'Aquila, nella Chiesa di Sant'Amico. Il terzo è stato dipinto da discepoli della scuola Mesastris e datato al sec. XV°. Quest'ultimo affresco si trova a Foligno nell'Hotel Italia.

Madonna del Latte - Ancona Madonna del Latte - L'Aquila Madonna del Latte - Foligno

Madonna del Latte secolo XV°
Da sinistra: Chiesa di Santa Maria in Portuno (Provincia di Ancona) - Chiesa di Sant'Amico (L'Aquila) - Hotel Italia (Foligno)

 

Rispetto ai tanti dipinti della Madonna del Latte che si trovano nelle chiese italiane, abbiamo preso in considerazione solamente questi tre affreschi, scegliendoli tra quelli che più ci sembravano somiglianti al nostro. Abbiamo rilevato infatti le seguenti similitudini:

  • In tutti e tre i dipinti, il colore di sfondo è rosso e nella parte superiore vi è la tenda con i tre angoli a raggiera.
  • Nel primo e nel terzo dipinto il bambino Gesù è quasi identico al nostro e con il vestito color arancione.
  • Nel secondo e nel terzo dipinto la madonna è avvolta da un mantello di colore azzurro.
  • Nel primo e nel terzo dipinto la madonna ha un vestito di colore rosso.
  • Nel terzo dipinto il bambino è raffigurato con un nastrino bianco in mano.

C'è un'unica differenza evidente tra i tre affreschi presi in considerazione e quello di S.Anatolia, cioè la postura della Madonna. Nei primi tre dipinti la Madonna è seduta sopra una panca di legno, mentre nel nostro la figura è in piedi. Questa differenza è dovuta probabilmente solamente dal luogo dove fu dipinto il quadro. A Sant'Anatolia il pittore avrebbe dovuto dipingere su uno spazio rettangolare lungo in altezza e stretto ai lati. In questa situazione egli avrebbe avuto difficoltà a dipingere la Madonna seduta in quanto avrebbe avuto bisogno di più spazio ai lati. Era più naturale dipingerla in piedi, come venne fatto d'altra parte anche per l'immagine di Anatolia posta sottostante e anch'essa dipinta in piedi.

A questo punto, essendo tutti e tre gli affreschi datati al secolo XV° non abbiamo altra alternativa che datare allo stesso secolo anche l'affresco della Madonna del Latte situato nella Cappellina di S.Anatolia. L'autore è ignoto ma, volendo azzardare un'ipotesi, potrebbe essere lo stesso Andrea de Litio, autore del secondo affresco preso in considerazione, essendo egli nativo della Marsica ed operando soprattutto nell'aquilano.

L’iconografia della Madonna del Latte, che ebbe origine in Egitto e che si diffuse in occidente a partire dal 1300, decadde a metà del 1500 con il Concilio di Trento, i cui dettami imposero ai vescovi di eliminare o ritoccare tutte quelle immagini ritenute sconvenienti e fuorvianti.

San Nicola di Bari e Sant'Antonio Abate.

Nella parete di destra in fondo alla chiesa vi è un affresco raffigurante un Santo Vescovo (forse San Nicola di Bari, vescovo di Mira) e S. Antonio abate con una scritta in basso oggi indecifrabile. Nel 1828 Ferretti lo descrisse così: "Nella parete a cornu epistole si vede dipinto un Santo Vescovo, e S. Antonio Abate; sotto le quali figure leggesi: Le redi de Marchittu lasciò ducati dui per lascite de lu patre es."

Questo affresco, ricorda S.Antonio abate cioè colui che dalla Chiesa Cattolica viene considerato il fondatore del monachesimo. Quindi, escludendo i documenti scritti, esso sembra rappresentare l'unico indizio reale della presenza del monastero. Allo stato attuale, non abbiamo dati sufficienti per inquadrare storicamente l'affresco.

Affresco raffigurante il vescovo S. Nicola di Bari e S. Antonio abate Scritta di Marchitto

Affresco raffigurante il vescovo S. Nicola di Bari e S. Antonio abate e scritta posta nella parte inferiore dell'affresco

San Rocco e Sant'Antonio.

Sempre in fondo alla chiesa sulla destra, perpendicolarmente alla parete di cui sopra, vi è un altro affresco. In esso è raffigurato sulla destra San Rocco, e ciò si deduce sia dal cane che si intravede ai suoi piedi, che dalle vesti e dal bastone. A sinistra si intravede un uomo vestito da frate. A partire dal basso si vede parte della gamba, il gomito e una palma. La figura potrebbe essere quella di S.Antonio da Padova. San Rocco, vissuto tra il 1348 e il 1379, venne invocato santo nel 1414 ma fu canonizzato ufficialmente nel 1584. Questo affresco si potrebbe quindi collocare tra il XV° e il XVI° secolo.

S.Rocco e S.Antonio S.Anatonio San Rocco

Nella fotografia di sinistra l'affresco di S.Rocco e S.Antonio (sec. XV-XVI).
A destra la ricostruzione delle due figure che si intravedono nell'originale.

Paradiso, inferno e purgatorio.

Nel 1828, nella parete di sinistra (a cornu Evangelii) vi era un affresco ora inesistente che rappresentava il Paradiso, l'Inferno e il Purgatorio. Attualmente la parte riguardante il Paradiso si trova nella parete della navata centrale, molto in alto e al di sopra dell'ingresso centrale della chiesa. Non si capisce come questo affresco possa trovarsi in un punto così diverso da quello descritto da Monsignor Ferretti. La prima ipotesi è che il Ferretti intendesse dire che il quadro si trovasse nella parete opposta all'Altare Maggiore. Se fosse valida questa ipotesi, la parte raffigurante il Purgatorio e l'Inferno si troverebbe oggi sotto l'intonaco al di sotto dell'affresco del Paradiso dove attualmente vi è un muro molto grande intonacato. Altra ipotesi è che esso sia stato distaccato dalla parete di sinistra e riposto dov'è ora, oppure ancora che esso sia stato copiato da qualche pittore nel 1870/80 dopo la ricostruzione. La parte raffigurante il Purgatorio e l'Inferno non è più visibile.

Il Ferretti lo descrive così: "A cornu Evangelii è rappresentato il Paradiso, il Purgatorio e l'Inferno. Nell'alto è il Paradiso, nel quale vedesi Gesù nostro signore cinto da vergini, angeli, arcangeli alcuni dei quali nuotanti fra le nuvole suonano cetre, timpani. Il Purgatorio è a sinistra. E' diviso come in due piani. Nel più basso vedesi un grande stagno, ove stanno immerse le anime purganti, alcune delle quali co' piedi in su. Nel più alto scorgesi come un forte cinto di mura, dalle quali sono accerchiate alcune anime di cui due sono già uscite, e vi sono incamminate verso il Paradiso, avendo a tergo un angelo, che è in atto di pregare con una palma. Mirasi la porta del Purgatorio in mezzo ad un'alta torre; ed innanzi ad essa un sacerdote colle chiavi in atto di aprirla; e presso al sacerdote una turba di fedeli, che genuflessi stanno pregando. A destra è l'Inferno diviso parimente in due piani. Nel piano inferiore vedesi il principe de' demoni Satanasso, che a destra, e a sinistra ha i capitani de' peccati capitali. A destra Rubiconte capit. dell'accidia, Farfarelli cap. dell'invidia, Anciacciu cap. della lussuria; a sinistra Boccarotta capit. de' lira, Gammarotta cap. del usuria; Calcabricu capit. della gola. Nella parte inferiore mirasi molti dannati tormentati in varie guise. Sulla porta leggesi: Lassate onne speranza o voi che intrate, e più sotto Ecco il vecchiu Caronte, intu alla riva. Vicino alla porta dell'inferno la barca di Caronte. Fra l'inferno e il Purgatorio l'arcangelo S. Michele, che co' piedi calpesta il drago infernale; e colla destra regge una bilancia, in cui pesa le anime. A lui dappresso vedesi una persona sospesa in aria, che afferra l'anima posta nel disco più vicino all'inferno".

Il Paradiso

Il Paradiso - Affresco situato nella parete interna in alto sopra l'ingresso della chiesa

Affresco di Sant'Anatolia

Sant'AnatoliaL'affresco che principalmente viene venerato nel paese di Sant'Anatolia è posto centralmente e in primo piano all'interno della Cappellina. In esso è raffigurata la vergine Anatolia che nella mano sinistra regge la Palma del martirio, nell'altra la Sacra Bibbia. La figura è intera.

Fino al 2004 la parte sottostante era nascosta dalla tovaglia di un altare posto al centro dell'affresco. La parte superiore, cioè il busto, era invece incorniciata con un riquadro di legno e coperta da un vetro. In testa, fissata sul vetro, era stata posta una corona dorata.

Con i restauri del 2004 l'affresco è stato riportato all'originale. Una scritta in caratteri gotici rende incontrovertibile l'identità della santa ivi raffigurata: ANATOLIA.

L'epoca in cui fu creata quest'opera non è facilmente definibile. La maggior parte delle persone la reputa "antichissima". Nessuno storico, tra quelli fin'ora consultati, ha dato una datazione certa. I pochi che hanno inquadrato storicamente l'affresco, chi al XIII° chi al XIV° secolo, lo hanno fatto per approssimazione ma senza darne giustificazione documentata.

Non avendo trovato un affresco che possa essere comparato con quello di S.Anatolia, abbiamo ipotizzato che esso sia coevo e dipinto dalla stessa mano che dipinse il quadro a lui soprastante, quello della Madonna del Latte. Guardando attentamente i tratti del viso e della cornice dei due affreschi e la cornice dello spezzone di affresco a perpendicolo (visibile dal retro della cappellina), sembra illogico pensare che essi siano stati dipinti da autori diversi.

2004 - Santuario di S.Anatolia 2004 - Santuario di S.Anatolia

Se coevi quindi al quadro della Madonna del Latte, anche l'affresco di Anatolia e quello retrostante dovrebbero essere inquadrati storicamente al secolo XV°. Se poi si guarda allo spezzone di affresco visibile dal retro con incisa la data 1460(9), è difficile non credere che essa sia stata impressa dall'autore stesso. Concludendo, è molto probabile che i tre affreschi siano stati creati contemporaneamente, nel decennio 1460/1469 e che l'autore possa essere Andrea de Litio vissuto tra il 1410 ed il 1488, e nativo della Marsica, lo stesso territorio di cui fino agli inizi del 1800 faceva parte anche il villaggio di S.Anatolia.