Cartore perde gli ultimi due abitanti

Il Messaggero On line- Rieti - Borgorose - Giovedì 25 Febbraio 2003

Morta Annunziata, il marito se n’è andato e la frazione diventa un paese fantasma.

È morta l'ultima abitante di Cartore di Borgorose. Annunziata Rubeis, 80 anni, ha vissuto la sua vita insieme al marito Eusebio Di Carlo (90 anni, che ora ha lasciato Cartore per andare a vivere con i figli) nella piccola frazione situata alla pendici del monte della Duchessa e che contava, fino all'altro ieri, solo due abitanti. Un'esistenza vissuta in mezzo ai boschi, senza telefono ed energia elettrica, isolata dal mondo civile. Eppure Annunziata e suo marito sono stati testimoni silenziosi dei maggiori avvenimenti della storia del Cicolano.

I coniugi Di Carlo furono tra i primi soccorritori quando un aereo civile, verso la fine degli anni Cinquanta, precipitò sui monti della Duchessa. Una tragedia che rimarrà scritta negli annali della storia della Valle del Salto. Come furono tra i primi a raggiungere il lago della Duchessa quando le Brigate Rosse fecero credere che il corpo dello statista Aldo Moro si trovasse sepolto in quelle acque ghiacciate.

E ancora. Credendo che si trattasse di un turista stravagante venuto dalla città per vivere a contatto con la natura i Di Carlo per oltre tre mesi hanno vissuto con un vicino scomodo: il bandito Renè Vallanzasca aveva trovato rifugio in un casale diroccato a Cartore. La convivenza con il noto fuorilegge era stata riservata e cordiale ma mai i Di Carlo avrebbero pensato che quell'uomo gentile fosse in realtà un pericoloso latitante che aveva trovato rifugio proprio vicino alla loro abitazione.

Altri personaggi scomodi si sono aggirati tra le case ormai diroccate di Cartore, antico borgo addirittura di origine romana. Le Brigate Rosse usavano gli anfratti più nascosti e difficili da raggiungere per custodire le loro armi. Qualche anno fa un brigatista pentito fece ritrovare, vicino alla "grotta dei briganti", un deposito di armi che erano state seppellite dentro un frigorifero portatile che Eusebio, profondo conoscitore del montagna, aiutò a ritrovare fornendo un contributo importante alla società civile pur da quel paesino così isolato, oggi rimasto desolatamente disabitato.