Capitolo IV - La struttura

La chiesa di S.Anatolia è posta al di sopra di un terrazzamento che la solleva di circa 5 metri rispetto alla valle Cantu Riu. Il terrazzamento è sorretto a sua volta da un muro poligonale di epoca romana, forse un tempio pagano. E' noto che i luoghi di culto pagano, con l'avvento del cristianesimo, si trasformarono spesso in edifici di culto cristiano. La martire Anatolia visse del III secolo d.C. ed è certo che il suo culto si diffuse già in epoca romana (1).

1985 - muraglia d'epoca romana

Mura poligonali a sostegno del terrazzo su cui è edificata la chiesa

Dai documenti fin'ora visionati la descrizione più approfondita della chiesa risale al 1828 con il resoconto della visita pastorale del vescovo di Rieti Gabriele Ferretti (2). Egli misura la chiesa in 11 canne di lunghezza e 5 di larghezza, cioè circa metri 29 per 13 (3). La chiesa era a tre navate con vari archi e con i soffitti a volta. Il Ferretti ricorda l'esistenza di un monastero di cui già all'epoca non ne rimanevano che pochi indizi. La chiesa era situata al di fuori del paese ed era sepolcrale. Il fonte battesimale si trovava presso la parrocchia di San Nicola situata all'interno del paese. Nel 1851 nel resoconto al Vescovo Carletti il parroco asseriva che "nella chiesa di S. Nicola non vi sono sepolchri, ed i defunti si seppelliscono nella chiesa di S. Anatoglia dove sono sei sepolchri, e distano dagli altari quattro palmi circa le più vicine, e l'altre distano di più. Sono tutte comunali [...] Vi sono sepolcri per i due sessi, e per i fanciulli ma non per gli ecclesiastici" e sempre il parroco scriveva che "Anticamente la chiesa parrocchiale era S. Anatoglia; ma ora è S. Nicola. La chiesa di S. Anatoglia è consagrata e non si sa ne l'epoca ne il vescovo. Solo si celebra l'anniversario il dì 28 aprile per tradizione. Quella di S. Nicola non è consagrata" (4).

All'interno della chiesa c'erano diversi altari con cappelline decorate con affreschi o statue. Ad ogni altare corrispondeva di solito un benefattore che in passato aveva lasciato in eredità alla chiesa dei beni con i quali aveva chiesto nel testamento di creare o di mantenere un altare. In cambio del lascito il benefattore richiedeva solitamente ai parroci di recitare alcune messe in suo favore: pro redentione anime sue. Nel 1712 i beni della parrocchia consistevano: in terreni et un anno e l'altro se ne percepisce da salme undici di grano in circa et un scudo di prata e venti inventicinque carlini incirca d'incerti e trentacinque carlini di vigna (5).

La chiesa tra il 1712 e il 1870Prima del 1870 gli altari della chiesa di S. Anatolia erano i seguenti:

  • Altare Maggiore o Capo altare.
    L'altare maggiore era dedicato alla Natività di Nostro Signore Gesù Cristo e vi era un affresco rappresentante la Natività. Ferretti nel 1828 lo descrive così: "L'altare maggiore ha una pittura a fresco, che rappresenta la nascita di nostro Signore con alcuni angeli che tengono in mano gli emblemi della Passione, l'Annunciazione di Maria S.ma da un lato, dall'altro l'adorazione dei Magi. Questa pittura è stata recentemente ritoccata, e solennemente deturpata".
  • Altare e Cappella della SS. Pietà.
    In fondo alla navata, a destra di chi entra in chiesa (a cornu epistolae), c'era una cappella con altare dedicato alla Santissima Pietà e con un affresco rappresentante la deposizione di Gesù. L'affresco in seguito alla ristrutturazione del 1870-80 venne distaccato e ricollocato alle spalle della cappellina di S.Anatolia (vedi paragrafo successivo). Ferretti nel 1828 così la descrive: "In fondo alla navata a destra di chi entra in chiesa, vi è una cappella con altare dedicato alla S.ma Pietà. E' umilissima, recinta da una balaustra di legno; e vi sono due sepolture. Il quadro rappresenta Gesù già deposto dalla Croce. Aveva quest'altare un monte frumentario, che a tempo di Mons. Camanda ascendeva a 80 salme di grano. Ora è dissipato. Possiede però alcuni beni stabili; e deve far celebrare una messa in ogni mercoledì pel G. Fabio Di Domenico. Queste messe si celebrano dall'abate per due porzioni, per la terza porzione da' canonici". Anche nel 1712 c'era un obbligo di una messa ogni mercoledì all'altare della Pietà: "La compagnia della Pietà p. legato di Fabio Di Domizio fà celebrare ogni mercoledì una messa, e due messe l'anno. P. legato di d. Antonio Placidi il sanc.mo messe quattro l'anno il medesimo ed una messa per l'anno di Francesco Gentile ed i priori ne passano il loro [...] bilanci".
  • Altare e Cappella di San Sebastiano.
    In fondo alla navata, a sinistra di chi entra in chiesa (a cornu evangelii), c'era un'altra Cappella dedicata a S. Sebastiano con una statua lignea del Santo. Ferretti la descrive così: "A cornu evangelii esiste un'altra Cappella in fondo alla navata. E' dedicata a S. Sebastiano, di cui evvi una statua di legno. La comune celebrava la festa di questo Santo; e dava il conveniente stipendio all'abate, ed a Canonici. Ora non più. Nell'altare vi è un ciborietto inservibile, e dentro il recinto della cappella, due sepolture [...] L'altare di S. Sebastiano aveva un monte frumentario di circa dieci salme di grano, che trovasi disperso; e possiede alcune rendite particolari". Durante la visita pastorale del vescovo Malvaglia nel 1587 la Cappella di S.Bastiano era retta dai frati (li confrati) (6)
  • Altare e Cappella della Madonna SS.ma di Loreto.
    Si trovava sempre sulla parete sinistra ma piuttosto centralmente. Ferretti la descrive così: "Nella navata a cornu evangelii trovasi un altro altare dedicato alla Madonna SS.ma di Loreto. E' senza pietra sagra, e senza ornati; e perciò è interdetto. In quest'altare è fondato un beneficio semplice di Jus-Patrono della casa Colonna, che presentemente si possiede dal Sig. d. Angelo Falcioni. E' stato decretato, che il beneficiante dentro tre mesi lo ristauri, lo provvegga di pietra sagra, e di ornati". Nel 1587 la denominazione era: Cappella di S.Maria ed era vacante e nel 1712 Altare della S.V. M. di Loreto.
  • Altare e Cappella di S.Anatolia.
    E' la Cappellina di Sant'Anatolia tutt'ora esistente. Essa già nel 1712 si trovava all'ingresso della chiesa, spostata leggermente a destra rispetto alla navata centrale. Ferretti la descrive così: "Nell'arco medio tra la navata grande, e la navata a cornu epistole (navata di destra), esiste una cappellina, con 4 colonne di stucco, recinta da un bel cancello di ferro inverniciato, entro la quale esiste un altare dedicato a S. Anatoglia con pittura a fresco rappresentante la Santa. Nella volta della Cappella è dipinto il Redentore, e ha quattro lati, i 4 Evangelisti. Questa pittura è stata di fresco ritoccata, e deturpata. Vicina alla immagine della Santa leggesi in caratteri gotici Anatolia".

Nel 1712, durante la visita del Vescovo Guinigi, il parroco dell'epoca, Giovanni Antonini di Torano, elencava gli stessi altari aggiungendo che la chiesa non aveva nessun obbligo, tranne quello di una messa ogni mercoledì all'altare della Pietà. Gli altri altari erano mantenuti dalle Compagnie.

Nel 1874 il vescovo Mauri scriveva: "Coll'andar del tempo questa chiesa era quasi ruinata. Da qualche anno si è incominciata a restaurare colle elemosine dei fedeli. Ma non sono ancora ultimati i restauri [...] Vi si continua a seppellire. Si spera però che si renda sepolcrale l'altra chiesa fuori del paese di "dell'Addolorata" (7). Nei primi anni del 1870 la popolazione, guidata dalla famiglia Placidi, aveva quindi deciso che era giunto il momento per risistemare la chiesa. Si sentiva fortemente l'esigenza di renderla più capiente ed in grado di accogliere la sempre più grande moltitudine di pellegrini che ogni anno, durante la festa del 9 e 10 luglio, proveniva da paesi vicini e lontani. Nel 1897 il Vescovo Quintarelli ricordava che "della chiesa antica non furono utilizzate che le pareti laterali, ma solo in parte, rafforzandole ed innalzandole" e che fu lasciata in piedi la cappellina di S.Anatolia. "Il disegno dell'attuale chiesa è dovuto al P. Luigi Ferrante, gesuita, zio materno dei sig. Placidi Giuseppe e fratelli" (8).

Alcuni affreschi della chiesa antica vennero efficientemente staccati dalle pareti e ricollocati dietro la cappellina di S.Anatolia, altri andarono perduti. Della chiesa antica oggi se ne riescono ad intuire solamente alcune tracce. I lavori durarono circa 10 anni durante i quali la popolazione partecipò attivamente alla ricostruzione. E' ancora vivo, soprattutto tra i più anziani, il ricordo, tramandato dai propri genitori o nonni, della grande fatica nel trasportare le pietre con ceste o carriole, dalla "cava de' mastri" situata nei confini con Rosciolo fino alla chiesa in costruzione.

Note

  1. Il primo testo che nomina la martire Anatolia è il De Laude Sanctorum di Vittricio, vescovo francese di Rouen, scritto nel 396. Il documento venne redatto a circa 150 anni dalla morte di Anatolia avvenuta nel 251. Il culto per la santa era così diffuso da oltrepassare i confini dell'Italia.
  2. Archivio Vescovile di Rieti, cartella n. 66, Visita Ferretti Anno 1828. Vedi anche Storia - Capitolo VI - La Chiesa.
  3. Una canna nel Regno di Napoli corrispondeva a metri 2,64550 mentre nello Stato Pontificio corrispondeva a metri 2,234. Quindi se il Ferretti si basò sull'unità di misura dello stato di appartenenza della chiesa, cioè il Regno di Napoli, allora essa doveva essere lunga metri 29,10 e larga 13,20. Mentre se il Ferretti si basò sull'unità di misura dello Stato Pontificio, del quale Rieti faceva parte, allora la chiesa doveva essere lunga metri 24,50 per 11,10 di larghezza. Riguardo alle misure della chiesa, dopo la ricostruzione avvenuta tra il 1870/1890, nel 1898 il vescovo Quintarelli scriveva: "La chiesa è a tre navate: sono lunghe un 17 metri (escluso il presbiterio per quella di mezzo); larghe la centrale 6 in 7 metri, le laterali 4 per ciascuna, senza calcolare lo spazio occupato dai pilastri e corrispondente agli archi soprapposti, che dividono esse navate [...] Il presbiterio o cappella, ove è collocato l'alt. maggiore, ed unico finora, non è che la continuazione della navata centrale; e si alza su questa di due gradini in pietra, a semicerchio, che corrono tutta la larghezza di essa navata e del presbiterio: questo è profondo metri 3 1/2 o 4, largo 6 in 7: l'altare è staccato dalla parete retrostante di circa un metro" Archivio della Diocesi di Rieti - Visita di mons. Bonaventura Quintarelli nell'anno 1897-1900 - Vedi anche Appendice III - Visite Pastorali - Visita di mons. Bonaventura Quintarelli nell'anno 1897
  4. Archivio della Diocesi di Rieti - Visita di mons. Gaetano Carletti nell'anno 1850-1851 - Vedi anche Appendice III - Visite Pastorali - Visita di mons. Gaetano Carletti nell'anno 1851
  5. Visita Guinigi - Anno 1712 - "Visita Vicariato Suburby Collis Fegati" Risposte dei parroci - Arch. Vescovile di Rieti - Cartella 17 - Volume V, pag. 29-30. Vedi anche Appendice IV - Cronologia - 1712. Nel 1712, durante la visita pastorale di monsignor Guinigi, il parroco di allora, Giovanni Antonini di Torano, descriveva così la chiesa: "Nella Chiesa Parrocchiale vi sono cinque altari cioè il capo altare con il titolo della Natività N.S.G.C. La Cappella della Pietà a latere destro e a latere sinistro la Cappella di San Sebastiano e nell'ingresso della chiesa la Cappella di Santa Anatolia. E Dall'altro lato l'altare della S.V. M. di Loreto e non vi à l'obligo di detta chiesa che ogni mercondì una messa all'altare della Pietà e si mantengono detti altari alle spese delle compagnie".
  6. Nota delle chiese sottoposte al Vescovato di Riete estratta dalla visita di Ms. Malvaglia visitat. ... aplico dell'Umbria nell'anno 1587 esist. nel Vaticano Archivio Diploma. - Estratto da: A.V.R. Cart.50 Visita Marini Anno: 1783-1788 "Visita città Montereale, Scai & Cicolano" (pag. 112 - 114). Vedi anche Appendice IV - Cronologia - 1587
  7. Archivio della Diocesi di Rieti - Visita di mons. Egidio Mauri nell'anno 1874 - Vedi anche Appendice III - Visite Pastorali - Visita di mons. Egidio Mauri nell'anno 1874
  8. Archivio della Diocesi di Rieti - Visita di mons. Bonaventura Quintarelli nell'anno 1897-1900 - Vedi anche Appendice III - Visite Pastorali - Visita di mons. Bonaventura Quintarelli nell'anno 1897