Zacchè il falsario
Da un racconto di Mario Tupone del 18 agosto 2002
Nel 1805 circa, quando Napoleone conquistò il Regno di Napoli e cacciò il borbone Franceschiello, uno de' quissi de Zaccheo (1) venne a S. Anatolia con un bottino rubato forse durante la guerra, composto da una macchina stampatrice, con relative piastre originali d'argento, e tutto il materiale necessario a falsificare il denaro che allora era in circolazione: lo Scudo borbonico o napoletano. Zacchè nascose la refurtiva in una grotta sopra il colle Paco in modo che, ogni volta che ne aveva bisogno, andava e si stampava gli scudi necessari ma, non sapendosi trattenere dal fare lo spaccone, venne presto preso di mira dalla polizia locale.
La grotta ancora esiste e viene chiamata "La grotta de Zaccheo". Essa è grande come una stanza e ancora oggi è introvabile perchè con una piccolissima entrata "coperta dagli macchiuni".
Vincenzo Luce venne sospettato dell'omicidio del governatore perchè, si diceva a S.Anatolia, che solo lui era talmente forte e veloce da poter recidere con un sol colpo le braccia di un uomo.
Quando Erminio Tupone decise di mettere al proprio figlio il nome di Guglielmo, la moglie Caterina Lanciotti, volle subito soprannominarlo col diminutivo di Memmo perchè aveva paura che gli altri di S.Anatolia lo chiamassero Guglieramo, nome che le risultava molto poco propizio vista la fine che aveva fatta il governatore. (3)
Antonio Placidi, a differenza di molte voci che raccontano che la sua famiglia non fosse di S.Anatolia, asserisce invece che la sua famiglia vive a S.Anatolia dal 1400 e cioè da quando essi fuggirono da Pisa in seguito alle lotte fra guelfi e ghibellini.
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NOTE:
- Il 20.08.2013 Mario Tupone mi ha riferito che la persona in questione si chiamava Francesco Zacchè. Questo nome appare per la prima volta nel Catasto Onciario di S.Anatolia del 1753 a pag. 18. Francesco, figlio di Angelo Antonio Zacchè (1718-1801) e di Giustina Colangeli (1720-1799), nacque a S.Anatolia nel 1747. Ebbe in moglie Angela Maria Sbariggi (n.1783) da cui ebbe tre figli: Carmine (1813-1818), Antonia Maria (n. 1813) e Maria Antonia (1815-1889).
- Il 20.08.2013 Mario Tupone mi ha riferito che Guglielmo era di Rosciolo
- La storia del Falsario Zaccheo mi è stata raccontata da Mario Tupone (detto zisittu) figlio di Erminio e Caterina Lanciotti. A lui venne raccontata dal nonno materno Pietrantonio Lanciotti.