1830: Felice Martelli

"Le antichità de' Sicoli, primi e vetustissimi abitatori del Lazio e della provincia dell'Aquila. Saggio storico di Felice Martelli dedicato a S. M. Francesco I Re del Regno delle sue Sicilie, di Gerusalemme, ec. duca di Parma, Piacenza, Castro ec. ec. Gran Principe ereditario di Toscana, ec. ec. ec. Aquila, dalla tipografia Rietelliana, 1830"

Felice Martelli nacque a Fiamignano (RI) nel 1759 e morì a Colle della Sponga nel 1843. Nel 1830 scrisse:

"Tora: fu una delle città di remotissima origine, come si può conoscere dalla descrizione che ce ne ha lasciata Terenzio Varrone, esisteva prima la venuta de' Pelasgi in Italia, ed era celebberrima pel famoso tempio ivi eretto in onore del primo Giano appellato Marte come nume presidente alla pace ed alla guerra, ignorandosi nel Lazio altro Marte in que' tempi.

Qui fu lo antichissimo oracolo di questo dio anteriore a quello di Dodona; un Pico sopra una colonna di legno vi dava le sue risposte e vaticinii, come in quello di Grecia le dava una colomba sopra una quercia: la parte più solida di questo tempio si vede ancora esistere sotto la chiesa di S. Anatolia nei gran macigni di travertino, opera ciclopica delle più belle.

I monaci Benedettini vi fabbricarono sopra un monastero nei tempi del loro Istitutore, e diedero il nome della Santa ivi martirizzata alle reliquie di questa città appellandola Sant'Anatolia: essa fu detta ancora Matiera o Matiana, che se si volesse attendere al suo significato, verrebbe a farsi palese che un tal vocabolo sincopato altro non suonava se non Mater-Jana, a cui forse fu inaugurata la detta città nella sua fondazione, essendo probabile che il presente Giano per la venerazione che volea ispirare a favore della sua madre Giana, l'avesse consacrata al suo nome, e sotto i di lei auspici, come aveva consacrato il tempio e l'oracolo al suo genitore...

Tora si pone, come dicemmo, nella bella e corretta edizione Greca di Dionisio fatta dallo Stefano nel 1549 pag. 2, lontana da Rieti 36 miglia, e così vien anche riportata dal Vermigliuoli e da altri. (Dionisio ediz. 1546 p. 2 "Apud Steph. ad CCC stadium Thora, quae et Matiera") è fuor dubbio perciò che essa fosse piantata dove ora è CAR-TORA sopra S. Anatolia.”

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