1831: William Gell
"Bullettino dell'Instituto di Corrispondenza Archeologica per l'anno 1831. Bulletin de l'Institut de Correspondance Archeologique pou l'an 1831. Roma, a spese dell'Instituto, 1831"
Nel 1831 nel "Bullettino dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica" si legge:
"Ritornando verso il lago, sta Sant'Anatolia, dove si osserva, nel giardino dell'abbate Placidi, un pezzo di bel muro poligono e 200 passi più in sù l'Ara della Turchetta, ch'è la cella di un tempio costruita in larghi e rozzi poligoni appoggiati da rupi tagliate. Era questo probabilmente il tempio e l'oracolo di Marte presso Tiora. Vicino a quel luogo vi è il monte Cartora e un miglio distante il villaggio di Tora o Tiora consistente in 4 o 5 case".
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Bulletin de l'Institut de Correspondance Archéologique pour l'an 1831.
Roma, a spese dell'Instituto MDCCCXXXI
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II. MONUMENTI.
Intorno le ultime scoperte del sig. Dodwell.
Al cav. Bunsen. Traduzione.
Le osservazioni fatte dal sig. Dodwell nel corso dell'estate 1830 in una sua gita nel paese finora sconosciuto degli Equicoli, attualmente detto il Cicolano, sono d'un importanza così generale per gli antiquarii e geografi, che una breve descrizione di quel paese sarà di tanto più aggradevole quanto è probabile che possa scorrere
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qualche tempo prima che il lodato sig. Dodwel imprenda a pubblicare il ragguaglio del suo viaggio. Era egli accompagnato dal sig. Virginio Vespignani, il quale per mezzo della camera-lucida disegnò le mura e gli altri avanzi d'antichità. Ebbe già il signor Dodwell altra occasiono di esaminare l'antico ponte romano sulla Via Salara, chiamato ora il Ponte del diavolo, e situato incirca 7 miglia da Rieti verso Roma; il quale ponte esiste tuttora perfetto con le sue fondamenta. Continuando per questa strada, incirca 5 miglia da Rieti, salì egli per mezzo d'un sentiero tutto a sgembo il Monte Zoccano, situato alla sinistra, e vi trovò la piccola città ch'egli suppose essere TREBULA SURRENA, ora chiamata Mura del diavolo per cagione de' suoi muri poligoni in parte caduti in giù da quel tempo. Nel 1830 partendo da Rieti egli osservò, appena due miglia distante da questo luogo in un sito chiamato Trivi, una piccola città con mura poligone, alla sinistra della strada; trovò al di là della chiesa di san Felice da Cantalice, distante cinque miglia da Rieti al piede del monte di Leonessa le mura poligone d'una piccola città e d'un tempio. Proseguendo verso Civita Ducale egli passò i siti di LISTA e BATIA e al di là le rovine romane ed il lago sacro di CUTILIA presso Paterno nella cui vicinanza rimangono di bei fondamenti poligoni della via Salara. Sulla strada verso Antrodoco avanti Borghetto, l'arco moderno del ponte è sostenuto da opera romana a massi ordinati regolarmente. D'Antrodoco egli segui la negletta parte della via Salara verso Sigillo e trovò la strada in un luogo sostenuta da poligoni e da ordinamenti regolari, e da ciò conchiuse essere susseguente riparazione d'antica strada. La via che conduce da Antrodoco all'Aquila era pure antica, poiché alla distanza di 2 miglia egli osservò tre pezzi d'antica sostruzione regolare. Giunto ad AMITERNO trovò che l'anfiteatro era piccolo e di bassa struttura, ma al di là di San Vittorino, vicino ai monti, vidde la Murata del diavolo consistente in 15 ordinamenli, o circa di bei poligoni e posta in una maniera che rese difficile il conghietturare per quale oggetto era costruita. A San Vittorino, benché l'andamento del suolo sembri per l'appunto quello usualmente occupato da una città e sua cittadella, egli non vi rinvenne nessuna porzione di muro. Al di là dell'Aquila verso Popoli egli visitò
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Ansedonia la quale non offre altro se non rovine dei bassi tempi. Passato Popoli giunse a San Polino sui sito di CORFINIUM dove restano alcune inscrizioni rotte e sepolcri romani. Di là salendo Monte Rajano ed altri monti chiamati Forca Carusa andò prima ad ALBA sul lago Fucino, dove osservò tre differenti maniere di mura poligone e fra altri oggetti vidde ad un angolo una rimarchevole torre. Fece scavare presso un arco romano di un acquedotto sotterraneo o cloaca, e scopri che tutto era antico, e dentro costrutto a poligoni; avea incirca sei piedi di altezza ed era largo più di tre. Sulla cima dell'acropoli di Alba era un tempio dorico, ora è una chiesa. La facciata della foce degli emissarii a Capistrello è di sola opera reticolata e mattoni. Tra Avezzano e Turano, nella pianura, sono gli indizii d'una antica strada. A Turano, situato presso d'un fiume dello stesso nome, non vi sono antichità, ma poco distante, ritornando verso il lago, sta Santa Anatolia dove si osserva nel giardino dell'abb. Placidi un pezzo di bel muro poligono e 200 passi più in su l'Ara della Turchetta, ch'è la cella d'un tempio costruita in larghi e rozzi poligoni appoggiati da rupi tagliate. Era questo probabilmente il tempio e l'oracolo di Marte presso TIORA. Vicino a questo luogo vi è il monte Cartora e un miglio distante il villaggio di Tora Tiora consistente in 4 o 5 case. Le mura della città erano costruite di piccoli e rozzi, ma ben'aggiustati poligoni; il sito era atto a difendersi e con una pianura per la coltivazione circondata da montagne, delle quali particolarmente l'alto Velino colpisce di meraviglia. Tutti questi luoghi sono sulla riva dritta del Tuscano. Proseguendo più avanti osservò alcuni sterri per coltivazione, sepolcri romani con marmi e musaici, tegole rotte in gran quantità e gli ordinarii indizii di folta popolazione anteriore. A S. Erasto, tre miglia distante da Tiora, era la lunga e stretta cella d'un tempio a mura poligone. Qui vicino, nella Tenuta di Giov. Battista Franchi, sono i muri poligoni d'una città nella pianura. Pare che nella cittadella di Corvaro, creduto CORBIONA, sia stato un tempio di Minerva. Molti gran sassi, parte poligoni, parte quadri dimostrano che questo è un sito antico. Da Corvaro scendendo tre miglia verso Borgo colle fegato si scopri, alla Madonna delle grazie, un muro costruito di pezzi poligoni, ma singolarmente sostenuto da speroni, e su di questo era stato un più
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recente edifizio d'opera reticolata. Sopra un monticello chiamato S. Giovanni Leopardo, al di là di Borgo, sono tre frammenti di mura poligone ed un bel situato tempio con una fontana accanto. Qui nel passare il ponte del fiume Turano, fu osservato che sebbene l'arco fosse moderno, i pilastri erano antichi e a poligoni. Il ponte è vicino ad un luogo chiamato Ospitale. Il paese di Civitella sarà incirca cinque miglia da Colle Fegato; un poco più in su è un paese che chiamano Nesce, probabilmente l'antica NURSE. Qui si trovano mura a poligoni, in parallelogrammi ed in opera reticolata, ma la cosa più singolare è il tempio sopra una gran pietra, all'angolo della quale sono due phalli ; Nurse pare essere stata una città considerevole. Vidde il sito d'una sotterranea fabbrica circolare e nelle vicine roccie molte tombe romane, delle quali l'una di persona consolare, con due fasci sculti, porta in buoni caratteri l'inscrizione:
C • CALVEDIVS • PRISCVS
VI • V • AVG • SIBI • ET
ARRIAE • POETIADI
CONIVG • SVAE • ET
SILVESTRI • FIL • V • A • V
IOSIHN • POSVET
Nesce è situata sopra alpestri roccie come Virgilio descrive Nursae essere stata. Da Civitella scendendo ad un luogo al di sotto del villaggio di Peschio Rocchiano, si rilevarono due altri pezzi di muro poligono. Più in su di Castello Manardo, sopra un monte, vide presso una chiesa diruta, otto miglia incirca distante da Peschio Rocchiano, molti gran sassi i quali senza essere nei loro posti, indicano il sito d'un tempio. Più in giù vien San Savino con altri muri poligoni e rovine romane, probabilmente il sito di qualche piccola città, e qui vicino Santa Lucia con muri di larghi poligoni, forse un tempio e sue dipendenze. Ad un luogo chiamato Ara Altieri ossia Ara Jani era un'antica strada conducente ad un tempio di muri poligoni. L'Ara Altieri sarà incirca 12 miglia da Civitella; a tre miglia distante dall'Ara vi è in un cavo dirupato un luogo chiamato Arengungula con le vestigia d'un tempio fabbricato di grandi poligoni. Sull'
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antica strada che di là va a Torre d'Italia, osservasi una roccia con iscrizione, tanto guasta però che non si può accertare in che caratteri è scritta. A 3 miglia lontano d'Arengungula è Alsana che il signor Dodwell credè essere l'antica SUNA. Vi sono avanzi considerevoli e tre ordini di muri a terrazzo; sul primo de' quali terrazzi sta una sotterranea fabbrica circolare della forma d'un cono troncato, di nove piedi incirca di diametro. Due grandi lastre di pietra ne formano la cima circolare con una cavità anch'essa circolare nel centro. I fianchi di questo singolare edificio sono di pietre poligone ma più lunghe di misura nel verso perpendicolare che nell'orizzontale. Torre d'Italia è distante circa un miglio da Suna, e vi trovò molti grandi sassi antichi, ma non nei loro posti, e fra altre cose vide un leone di stile antico davanti la porta della Tenuta del barone Falconi. Scendendo poi in una pianura, osservò ad un piccolo paese distante circa 3 miglia da Torre d'Italia, gli avanzi d'un muro poligono, e tre altre miglia più avanti, a Colle Marsulino, le vestigia d'una strada antica sulla quale sta il gran villaggio di Famignano. Più in su sopra un alto monte si trova il muro poligono ossia peribolo d'un tempio con sua cella intiera, posto in un pittoresco sito elevato e dirupato, tuttora chiamalo il Tempio dell'Aquilone. Qui accanto passa la strada di Famignano per Aquila. Famignano è un miglio incirca distante da San Lorenzo; la strada traversa un paese chiamato Marma Sedia, A San Lorenzo, al di sotto della chiesa, è un muro di poligoni, la base del quale ha un risalto d'incirca tre pollici. Si trovano qui frammenti di colonne ed un capitello greco-dorico. Incirca 4 miglia distante è Colle Sponga, e sette miglia di là a Caprodosso, l'antica CLITERNIA; non vi restano più mura ma Don Felice Martelli ha dimostrato per varii frammenti e due iscrizioni col nome, che non vi è dubbio in quanto al sito. La distanza da Capradosso a Rieti non eccede 8 miglia, lungo la valle del fiume Salto. A Capradosso termina il terreno degli Equicoli, ora Cicolano. Il sig. Dodwell andò in altra occasione da Civita Ducale a Colle Sponga e trovò la strada cosi incomoda e montuosa che impiegò sette ore in una distanza di appena altrettante miglia.
Ecco un ristretto di quello si osservò di cose importanti in questo viaggio in una contrada la quale benché appena ecceda la di-
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stanza di 60 miglia in linea retta da Roma, è stata così di rado visitata da qualche persona d'ingegno antiquario o istorico, che fino al 1830 si potè di buona fede annoverare tra le terre incognite. Le strade vi sono generalmente difficili insieme e pericolose ed il viandante non incontrando nessuna osteria, dee ricorrere all'ospitalità dei nativi del paese, i quali peraltro fanno generalmente cordiale accoglienza.
Mi tengo fortunato d'avere avuto mezzo di ottenere e fornire all'Instituto questo ragguaglio; chè la salute del sig. Dodwell avendo sofferto non poco dagli inevitabili incomodi ai quali va soggetta l'esamina d'una contrada cosi selvaggia, la pubblicazione di ulteriori particolarità può essere sottoposta a qualche ritardo.
Napoli 3 febbraro.
Sir WILLIAM GELL