1903: Enrico Abate
"Guida dell'Abruzzo"
Nel 1903 Enrico Abate nella sua "Guida dell'Abruzzo" scriveva:
"S.Anatolia e Cartore. (Alloggio in S. Anatolia presso Salvatore Ricci e in Cartore presso Angelina Panci; guida in Cartore Bernardino di Janni, in S. Anatolia Antonio Federici). Sia passando per la Badia descritta [S. Maria in Valle Porclaneta] (Km. 6 da Rosciolo) sia direttamente da Rosciolo (Km. 5) si può andare a S. Anatolia piccolo villaggio in bella posizione, ed anche a Cartore (Km. 2 1/2 da S.Anatolia) composto da poche case. Sono due graziosi paesi fra ondeggianti colline, alla base delle montagne della Duchessa. Le mura poligonali di un antico ieron di Tiora (v. pag.117) servirono di sostruzione alla chiesa dedicata a Santa Anatolia, che dicesi qui martirizzata sotto Decio imperatore per ordine del preside Faustiniano.
Gli avanzi ritrovati han fatto supporre che nei tempi romani esistesse qualche villaggio che mutò poi il suo nome in S.Anatolia per la chiesa erettavi. Da S. Anatolia a Torano (Tiora) Km.5,4 (v. pag. 117) - ... - Torano, piccolo paese degno di menzione solo perchè si crede che qui sorgesse un'importante città sabina, Tiora, della quale ci ha lasciato notizia il solo Dionigi d'Alicarnasso sulle memorie di Varrone, situandola a 300 stadi, cioè miglia 37,5, da Reate e a 24 da Lista. Era Tiora una città antichissima degli Aborigeni; ma i Sabini se ne impadronirono colle città vicine, quando estesero il proprio dominio sulle circostanti contrade. Tiora con l'aggiunta di Matiena era celebre per un antico oracolo di Marte, quasi nella forma di quello di Dodona, oracolo che si rendeva da un Pico, venuto miracolosamente dal cielo, sopra una colonna di legno.
L'epoca di questo monumento si fa risalire al 1520 prima di G. C. L'antica città conserva tuttora il suo nome nell'odierno villaggio di Torano, composto da poche case. Le mura di Tiora erano costrutte di piccoli ma ben aggiustati poligoni; il sito era atto alla difesa e con una pianura per le coltivazioni, circondata da montagne, fra le quali si eleva alto e maestoso il Velino. Dell'oracolo di Marte si vede tutt'ora la cella, detta Ara della Turchetta, costruita in larghi e rozzi poligoni, appoggiati da rupi tagliate e a brevi distanze da Torano e S.Anatolia. A 200 passi, e presso poche ruine di Tiora, si vede ancora un Ieron o tempio dedicato allo stesso nume, le cui antiche mura poligonali servirono , come si è detto, di sostruzione alla chiesa dedicata a S. Anatolia (v. pag. 116). - ... - La Magnolia e la Duchessa: Da Ovindoli o dal villaggio le Forme poco distante da Albe si può ascendere in circa 4 o 5 ore alla vetta più alta dei monti della Magnola (2223 m.). Un interesse maggiore però offre una escursione nei monti della Duchessa. Due sono le vette principali, il Morrone o meglio la Torretta o Torricella (2216) ed il Muro Lungo (2187).
Per salire alla Torretta si parte da S. Anatolia o dal villaggio di Cartore, o dal villaggio di Corvaro (presso Borgocollefegato) non lontano dal principio della valle Amara. Da S. Anatolia si va al punto dove la strada per Borgocollefegato si accosta maggiormente a monte Morrone e precisamente dove sono le capanne dei carbonari; si sale per un sentiero nel vallone di Piedimonte, dove si trovano querce e faggi e si arriva in 3 ore e 1/2 ai Ginepri alla cima del detto vallone, e di qui in circa due ore alla punta della Torretta. Da Cartore si segue la valle di Fua, quindi quella del Cieco dove sono parecchie carbonare interessanti, ed in 5 ore si giunge alla vetta. Da Corvaro si sale per la ripida costa Le Ripi, ed il bosco di Cartore ed in 6 ore circa si arriva alla Torretta.
Il Muro Lungo (2187 m.) che è separato dalla Torretta , dalla parte superiore del vallone del Cieco, formata da una bella cresta rocciosa si può ascendere da S. Anatolia passando per Cartore, pel vallone la Cesa, pel pratone S. Leonardo e la valle del Cieco, in circa 6 ore e mezzo. Volendo riunire le due ascensioni del Velino e del Muro Lungo o della Torretta, converrebbe da quello a questi scendere a pernottare a Capo di Teve portando seco la tenda. Dal Muro Lungo o dalla Torretta, in un'ora si scende dal Giaccio dei Mentuni e in un'ora e mezzo a Capo di Teve. Occorre però una guida pratica per trovare bene la via fra quei dirupi. La veduta dei monti della Duchessa , che offrono un aspetto tutto diverso da quello del Velino per i boschi pittoreschi, è bellissima su tutto l'Appennino centrale e sopra il colosso del Velino. In questi monti si stende il laghetto della Duchessa, che si scorge benissimo dalla vetta della Torretta.