Montagna della Duchessa

05/11/2022 di Roberto Tupone

La montagna della Duchessa, oggi chiamata impropriamente Murolungo, appartiene interamente al territorio della frazione di Sant'Anatolia. Viene menzionata fin dal secolo dodicesimo con il nome di Teva, in latino Tebam. Questo nome appare nelle bolle in favore della diocesi dei Marsi del 1115 e 1188 «Buccam de Teba» e nella bolla in favore della diocesi reatina del 1182 «Tabulam Cartonis» e «San Leonardo in Teva» (1). Con il termine Bocca di Teva, toponimo ancora esistente, è evidente che si intendesse la bocca della montagna di Teva che infatti, vista da Sant'Anatolia, appare proprio come una grande bocca o imbocco che si insinua nella montagna.

In seguito, per la probabile appartenenza del territorio e della montagna ad un'antica duchessa di Alba, forse la Regina Giovanna I di Napoli che nel 1376 ha la qualifica di duchessa di Albe «Johanna Ducissa Duratii Albae e Gravinae» (2), viene chiamata montagna della duchessa (intesa come montagna di proprietà della duchessa) che poi, già nella visita pastorale del vescovo di Rieti del 1577, diventa il suo nome proprio «Rupe Montis Ducisse» (3).

Il suo nome è riportato sulle mappe antiche a partire dal 1620 ma erroneamente appare come un castello a sé stante «La Duchessa». Invece come cima di montagna compare per la prima volta con precisione sulla mappa del Regno di Napoli del 1851 «Monte Duchessa», mentre più genericamente, sulle mappe a partire dal 1776, dove però con «Montagna» o «Montagne della Duchessa» si intendono le tre o quattro cime che si affacciano sui paesi di Sant'Anatolia, Spedino e Corvaro.

 

Il toponimo «Teva», nonostante la distanza di secoli, non fu mai dimenticato e lo si ritrova ancora sulle carte topografiche del Regno di Napoli del 1808 e del 1822, e in una mappa dell'Italia centrale del 1856 «Monte di Teve» e nei toponimi tuttora esistenti di «Vallone di Teve» e «Bocca di Teve».

 

 

Il toponimo «Muro Lungo» invece non ha nulla a che vedere con la cima della Duchessa ma è il nome della parete rocciosa che si affaccia sulla «Valle di Teve» e che appunto sembra un lungo muro che oggi divide il Lazio dall'Abruzzo.

Particolare è la definizione che appare nel regesto dell'abbazia di San Paolo di Roma dove, nel 1465, venne citato il monastero di «S. Leonardi de Monte Ulmo» in Cartore. Monte Ulmo potrebbe essere il nome di una delle montagne della catena della Duchessa oppure, più probabilmente, potrebbe significare monte almo: cioè monte magnifico, stupendo (4).

Altra credenza, ma solo del mondo erudito e che mi sembra che compaia per la prima volta nei primi anni di questo secolo (5), è che il nome Duchessa sia stato attribuito alla montagna quale omaggio del capitano Francesco De Marchi alla Regina Margherita d'Austria, che visse tra il 1522 e il 1586 e che, tra i tanti feudi ereditati dal padre, ricevette quello di Cittaducale. E' del tutto errata questa credenza soprattutto perché la Montagna della Duchessa non appartenne mai al territorio di Cittaducale ma fin dagli albori a quello di Albe (Alba Fucense) e l'unica Duchessa di Albe che viene ricordata dalle fonti, prima del 1577, è la regina Giovanna e, al momento, non se ne conoscono altre.

A questo punto scarterei anche l'ipotesi che il nome Duchessa possa derivare dal termine «ducet» ossia «condurre» (montagna dove si conducono le greggi al pascolo ad esempio) in quanto è consolidato che il nome remoto sia Teva e che quindi quel termine «ducet» avrebbe avuto bisogno di più secoli per trasformarsi in Duchessa.

Infine sembra che il nome Muro Lungo (attribuito alla cima e non alla parete rocciosa) compaia per la prima volta nel 1851 ma riferito alla cima più bassa, quella proprio sopra la parete rocciosa chiamata Muro Lungo, mentre nella Guida dell'Abruzzo del 1903 con allegata mappa dell'Istituto Geografico Militare (6) il nome viene spostato sulla cima più alta, quella della Duchessa o di Teva, e quindi è nel 1903 che avviene l'ultima mutazione.

I vecchi pastori del secolo scorso e gli abitanti viventi più anziani di Sant'Anatolia, ricordano bene che il nome della montagna, quella che ha la forma trapezoidale con alla destra la parete rocciosa del murolungo, nei loro ricordi è sempre stata chiamata "La Duchessa" e con il termine "Murolungo", non indicavano mai la cima, ma la la parete rocciosa che affianca il "Vallone di Teva". La valle alla destra della Duchessa si è sempre chiamata "in Teva" mentre la valle per salire a piedi "in Fiui" (e non "Val di Fua"). Ancora l'altra valle per salire con le bestie si chiama "La Cesa" e l'altra ancora quella più lunga ma più in piano, quella che oggi percorrono le fuoristrada si chiamava "la preta rossa" (la pietra grossa) perché appunto passa a fianco di una gigantesca pietra staccatasi da tempo immemorabile dalla montagna. I termini moderni sono stati conferiti, a volte erroneamente, da persone o cartografi che hanno chiesto ai "paesani" qual'era il toponimo del luogo, non capendo a volte cosa i locali stavano indicando, oppure deturpando i nomi non essendo in grado di capire il dialetto locale.

Con la fotografia che segue si potrebbe raggiungere un giusto compromesso dove viene ripristinato il termine alla cima della Duchessa (mt. 2.184) e viene rimesso nel punto giusto il toponimo Muro Lungo sulla cima leggermente più bassa che è l'apice appunto della parete rocciosa del Murolungo (mt. 2.083).


Note

  1. Bolle del 1115 di papa Pasquale II a Berardo vescovo dei Marsi, del 1188 di papa Clemente III a favore della Diocesi Marsicana e del 1182 di papa Lucio III a favore della Diocesi Reatina - tutte con l'elenco delle chiese e la conferma dei confini delle rispettive diocesi
  2. Muzio Febonio, Historiae Marsorum, p.134
  3. Visita pastorale del vescovo di Rieti Costantino Bargellini del 1577: «visitavit ecclesia rurale sancti Chostantij sita prope rupes montis ducisse in territorio Sancte Anatolie cuius est rector seu beneficiatur Reverendus Dominus Berardinus de Mariis de Sancte Anatolie» in Archivio della diocesi di Rieti, Visite pastorali, Cartella n. 5, Foglio 78v
  4. Su Enciclopedia Treccani: Almo, aggettivo, dal lat. almus «che ristora», dal tema di alĕre «nutrire», Che alimenta, che dà e mantiene la vita: Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo (Leopardi); sempre faticosa intorno De l’a. sole volgerà la terra (Carducci). Per estensione, grande, nobile, magnifico: in quest’almo consesso; alma città; l’alma Roma; la pietà che ti condusse in terra Ti volga al tuo diletto almo paese (Petrarca).
  5. Manuela Marinelli, L'Oro della Duchessa, in "Il Gran Tour di Scenari alla scoperta dei luoghi più affascinanti d'Italia", supplemento al n. 57/2004 di "Scenari periodico di vita, tradizioni e turismo tra laghi e monti", Anno XV n. 1/2004, Editore Andrea Lazzarini editore p.211
  6. Enrico Abate, Guida dell'Abruzzo, Roma 1903