Muro poligonale a Bocca di Teve

Ipotesi riguardanti un antico manufatto posto nei pressi della Bocca di Teve in seguito ad alcuni sopralluoghi effettuati il 18.04.2013, il 04.01.2015, il 02.07.2015 - Si ringrazia Luigi Di Giorgio per averci fatto scoprire questo manufatto così antico - Roberto Tupone 20.04.2013 aggiornato il 04 dicembre 2015

Partendo da Cartore, nel cuore della Riserva Naturale delle Montagne della Duchessa, e proseguendo sull'antica via Cicolana in direzione di Alba Fucens, poco prima di raggiungere la Bocca di Teve, nella zona chiamata Vignale, alle falde del monte murolungo, sulla sinistra ad un'altezza di circa mt. 50 al di sopra della via, si trova un muro poligonale d'epoca romana (vedi mappa).

Non sappiamo perché, in un bosco sperduto tra le montagne, qualcuno anticamente possa aver deciso di costruire un'opera così impegnativa. Nella parte più compatta il muro è lungo circa 10 metri e alto, nel punto maggiore, metri 3,20. Sorprendentemente però, ci sono altri resti di poligoni, in linea con il muro principale, alla distanza di circa 10 metri che fanno supporre che il muro originale fosse lungo almeno il doppio. Il muro è composto di pietre lavorate da esperti scalpellini, blocchi in alcuni casi molto pesanti e spessi circa un metro e mezzo per un metro di altezza (foto 1 e 2).

In base alla lavorazione ed agli incastri delle pietre, l'archeologia ha distinto quattro diverse "maniere" di costruzione delle opere poligonali, dando un'indicazione del progressivo miglioramento tecnico. Questa suddivisione contribuisce alla datazione di massima dell'opera, fermo restando che le tecniche più antiche spesso continuavano ad essere utilizzate anche dopo l'avvento di quelle nuove.

Il muro di Bocca di Teve viene concordemente attribuito alla "terza maniera" e per questo è inquadrabile attorno al III-II sec. a.C.

Da Wikipedia: nella III maniera la pietra viene lavorata, in modo che le superfici di contatto coincidano perfettamente, senza interstizi; sulla faccia in vista sono perfettamente piani, di forma poligonale si adattano perfettamente gli uni agli altri. Si cura che i piani di posa non siano troppo accentuatamente inclinati.

Ed è proprio tra la fine del IV e l'inizio del III sec. a.C. che Alba Fucens venne fondata da Roma come colonia di diritto latino. La città, fondata nel 303-304 a.C. nel territorio degli Equi e a ridosso di quello occupato dai Marsi, fu costruita in una posizione strategica. Inizialmente fu popolata da 6.000 famiglie di coloni che edificarono, negli anni immediatamente successivi al proprio stanziamento, una prima cinta muraria. Costoro dovettero difendersi dagli attacchi degli Equi che, non potendo tollerare la presenza di una cittadella fortificata latina sul proprio territorio, tentarono, senza successo, di espugnarla.

E' da pochissimo tempo che gli archeologi si sono pronunciati sull'opera poligonale di Bocca di Teve e, l'unica ipotesi che emerge, è che possa trattarsi dei resti di un antico santuario italico-romano.

Nelle immediate vicinanze del manufatto, a circa venti metri sulla sinistra, vi sono i resti di una cisterna (foto 3). E' di forma cilindrica, circa 2 metri di diametro, e profonda circa 1 metro. Al di sopra del terrazzamento creato dal muro poligonale ci sono i resti di altre mura che compongono un edificio di non facile interpretazione (foto 4). Questi erano i resti dell'antica chiesetta di San Costanzo nominata nelle visite pastorali del '500 (Visita del Vescovo Camaiani del 1574).

Dai ruderi si evince che la chiesa fosse larga m. 2,70 e lunga tra i m. 7,20 e i m. 8,40. L'estremità più lontana dal muro poligonale è definita da un muro che nel punto maggiore è alto m. 1,80 mentre l'estremità più vicina al muro poligonale non è definita, ci sono delle pietre a terra ma non si capisce bene quale sia il termine reale della chiesa, per questo le misure sono due, sono i due punti in cui sembra che la chiesa abbia termine. Il muro della chiesa è spesso cm. 50. La distanza dall'estremità interna della Chiesa, nella parte più lontana, all'estremità esterna del muro poligonale è di m. 15,30.

Proseguendo sulla costa del monte, salendo leggermente, si entra dall'alto nella Valle di Teve dove, a circa 200 metri di distanza dal muro poligonale, si trova la grotta di San Costanzo (foto 5). La grotta, che nel '500 era chiamata oratorio di San Sepulcro, ebbe probabilmente la funzione di eremo e alcuni ipotizzano che venne utilizzata da quel Costanzo di cui porta il nome. In realtà la grotta del Santo Sepolcro acquisì il nome attuale di San Costanzo quando l'antica chiesa omonima andò in rovina.

Al suo interno c'è una grande cisterna finemente lavorata e degli scalini scalpellati nella roccia che rendono la grotta meno scivolosa. All'ingresso i resti della parete che la chiudeva completamente lasciando due accessi con volta soprastante oggi facilmente riconoscibili grazie alle due soglie di pietra residue.

Il muro poligonale si trova in un punto strategico dal quale si domina sia l'antica via Cicolana che collegava Reate, Nersae e Alba Fucens, che la Bocca della Valle di Teve, altra via di collegamento con i Piani di Pezza e con l'altipiano delle Rocche.

A circa un chilometro, sul lato opposto, c'è il villaggio abbandonato di Cartore e il primo edificio che colpisce lo sguardo è la chiesa di S. Lorenzo, da pochi anni ricostruita.

L'antica Plebem Sancti Laurentii (foto 6) viene citata per la prima volta nel 1153 in una bolla del papa Anastasio IV al vescovo reatino e, sempre in quel periodo nel 1115, viene citata per la prima volta anche la Buccam de Teba quale luogo di confine tra la diocesi reatina e quella marsicana.

Il campanile, troppo sproporzionato rispetto alla piccola area che occupa la chiesa, era probabilmente in origine una torre di avvistamento che in seguito venne riadattata a campanile. Secondo la tradizione, nei primi dell'800 la campana, caduta a terra, venne prelevata e fusa di nuovo e nel 1813 venne posta sul campanile del Santuario di S. Anatolia dov'è tutt'ora.

Durante la prima occupazione Alba Fucens fu soggetta a frequenti attacchi soprattutto da parte degli Equi o da coalizioni di Sanniti, Equi e Marsi, e questo costrinse gli albensi a costruire il primo anello di mura in opera poligonale intorno alla città. In seguito, per difendere anche il territorio agricolo posto nei dintorni, probabilmente dovettero creare un sistema di difesa fatto di torri che avvisavano contadini e soldati dell'imminente pericolo di attacco nemico.

Per comunicare tra torri in genere si utilizzavano fuochi, segnali di fumo, specchi e segnali sonori.

Quindi la Torre di Torano, doveva essere collegata visivamente con quella di Spedino, e quella di Spedino doveva essere visibile da Corvaro e da Cartore.

All'altezza di Bocca di Teve o nei dintorni doveva esserci un'altra Torre altrimenti la linea si sarebbe spezzata. Poi per proseguire altre torri dovevano trovarsi nel territorio di Rosciolo, di Corona, fino ad Alba.

Ed ecco che la funzione del muro poligonale di Bocca di Teve potrebbe non esser necessariamente religiosa ma si potrebbe azzardare anche una funzione militare o di difesa, oppure civile, ad esempio un luogo di approvvigionamento e di sosta per chi percorreva l'antica via verso Alba. Ma poiché a circa 200 mt. di distanza, sul versante opposto, si trova una zona denominata Castiglione e nelle vicinanze un'altra denominata Treppiè di Castello è anche possibile, dato il toponimo, che la torre di avvistamento fosse situata lì, sempre che questa teoria sia valida.

Data però la presenza al di sopra del manufatto della chiesa di San Costanzo potrebbe anche ipotizzarsi la primordiale esistenza di un santuario romano trasformatosi poi in luogo di culto cristiano e forse intitolato al quell'imperatore che fece del cristianesimo la religione di stato romana.

Concludiamo augurandoci che al più presto venga effettuato uno scavo approfondito dell'area anche per salvaguardare il manufatto da un altrimenti inevitabile crollo (foto 7). Solamente ripulendolo e restituendogli l'aspetto originario si potrà capire qual'era la sua funzione e ricavare una datazione più precisa.

RICOSTRUZIONE DI UNA TORRE ROMANA
Fotografia tratta da wikipedia, l'enciclopedia libera