Il Messaggero di Rieti

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Sant'Anatolia, aperta l'inchiesta - La statua che piange, il vescovo Lucarelli avvia un'inchiesta

La statua che piange. Il vescovo Lucarelli avvia un'inchiesta.

Sulle lacrime della statua di Sant'Analolia, custodita nel santuario de1l'omonima frazio­ne di Borgorose, la Chiesa ha deciso di vederci chiaro. E a distanza di poco più di un mese dalla prima testimonianza di persone che hanno asserito di aver visto piangere la statua (era il 15 aprile scorso, una domenica, durante il matrimonio di una giovane coppia di Sposi­ di Avezzano), ha aperto una formale procedura sul caso e istituito una commissione d'inchiesta. Il vescovo diocesano, monsignor Delio Lucarelli. ha nominato un pool di esperti, formato da un prelato da lui scelto, alcuni parroci della diocesi e tecnici. Il primo sopralluogo nel santuario del Cicolano c'è stato giovedì, quando il gruppo nominato dal vescovo ha fatto il suo ingresso nella chiesa, accompagnato da carabinieri della locale stazione di Borgorose. Tutti i numerosi fedeli in quel momento presenti sono stati fatti uscire dal santuario. Il sopralluogo è andato avanti per alcune ore. [POLIDORI a pag. 43]

[pag.43]: Sant'Anatolia, aperta l'inchiesta

La diocesi di Rieti si è ora decisa a studiare il fenomeno delle lacrime della statua.
Monsignor Delio Lucarelli ha nominato una commissione di prelati e tecnici.
Giovedì c'è stato il primo sopralluogo. Dal santuario fatti uscire i fedeli.

La Chiesa ha mosso i primi passi. Le lacrime della statua di Sant'Anatolia hanno così colpito l'opinione pubblica che la Diocesi reatina, a poco più di un mese dalla prima testimonianza di persone che hanno asserito di aver visto piangere la statua (era il 15 aprile scorso, una domenica, durante il matrimonio di una giovane coppia di Avezzano), ha aperto una formale procedura sul caso e istituito una commissione d'inchiesta. Lacrime che solcano il viso fino a scendere alla base del mento, occhi di gesso che assumono sembianze umane, manifestazioni che impressionano tanti fedeli, smuovono i curiosi e qualcuno grida al miracolo: si muovono le emittenti televisive nazionali, i giornali, i settimanali. Ma fino a due giorni fa, da parte della Chiesa nessun commento. Quanto sta accadendo a Santa Anatolia sembrava destinato a rimanere un mistero.

Questo almeno fino a giovedì, quando una commissione d'inchiesta formata da un prelato nominato dal vescovo di Rieti, monsignor Delio Lucarelli, e alcuni sacerdoti della diocesi reatina, con seguito di alcuni tecnici accompagnati dai carabinieri di Borgorose, sono giunti al Santuario di Corvaro di Borgorose e, dopo aver invitato i tanti fedeli in preghiera ad uscire dal santuario, hanno avviato un esame circostanziato sulla statua alta tre metri e che capeggia l'altare maggiore, oggetto nell'ultimo mese di questi fenomeni al momento inspiegabili. Nei giorni scorsi anche il colonnello dei carabinieri, comandante della provincia di Rieti, Giovanni cuneo, aveva ritenuto opportuno informare la Procura della Repubblica di Rieti su quanto sta accadendo in questo paesino del Cicolano e in tanti avevano fatto pressioni per formalizzare l'apertura di un'inchiesta, allo scopo di stabilire la veridicità delle lacrime e dissipare ogni dubbio riguardo l'artificiosità o meno del fenomeno.

Erminia D'Ignazio, da anni custode del santuario, tira oggi un sospiro di sollievo. "Qualcosa finalmente si è mosso - spiega la donna che, sulla vita di Sant'Anatolia negli anni scorsi aveva anche scritto un libro - la Diocesi ha raccolto il nostro appello e sono venuti ad effettuare le analisi sul liquido presente intorno agli occhi di Anatolia. Ero presente durante l'esame effettuato dai tecnici, che insieme ai parroci hanno cercato di individuare anche eventuali tracce di umidità che a mio avviso non esistono" Intanto, in paese continuano ad arrivare pullman di pellegrini, attirati dall'evento prodigioso, amplificato in televisione nei giorni scorsi dalle telecamere di RAI2, durante la trasmissione "La vita in diretta" condotta da Marco Liorni e Mara Venier.

In tutto questo bailamme, il parroco di Santa Anatolia tace e nella piccola frazione del comune di Borgorose c'è chi afferma che forse qualcuno ha voluto creare "il miracolo" e propende per l'abuso di credulità popolare. Ma in tanti entrano scettici al Santuario per poi uscirne con gli occhi pieni di lacrime. Al momento "non constat de soppranaturalitate", ossia non si affermano ne si escludono la soprannaturalità dei fenomeni e si attende il giudizio valutativo da parte della Chiesa.

Di MARIA LUISA POLIDORI

Tratto da Il Messaggero di Rieti - Prima pagina - del 19/05/2012