1673 - Visita di monsignor Ippolito Vicentini

Anno 1673 - Visita pastorale del vescovo di Rieti Ippolito Vicentini (1638-1702) - Manoscritto in lingua latina - Tratto da: Archivio della diocesi di Rieti, visite pastorali, cartella n. 13 - Traduzione di massima (molte parti sono di difficile lettura) di Roberto Tupone - 14/07/2016

Ippolito Vicentini
Vescovo di Rieti
Nato a Rieti il 18 giugno 1638 - Morto a Rieti il 20 giugno 1702
Vescovo di Rieti dal 22/12/1670 al 20/06/1702

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TRADUZIONE DOCUMENTO

Sant'Anatolia

Lo stesso giorno [Lunedì 5 giugno 1673]

Il Reverendissimo Signore insieme a tutti i sopraddetti, discendendo dalla suddetta terra di Corvaro, si condusse al castello di Sant'Anatolia e, dopo la solita cerimonia, e le molte preghiere che fece devotissimamente davanti al Santissimo Sacramento nella chiesa parrocchiale di San Nicola dello stesso luogo, fece l'assoluzione ai morti.

Il rettore della chiesa è il reverendo don Antonio Placidi, che possiede il beneficio della parrocchia con il nome di Abbate e che ha sotto di se 35 famiglie, che sono anime  200, e ha un reddito di circa scudi otto.

Ci sono anche tre canonici che sono i reverendi Pietro Dragonetti, Pietro Marino e Pietro Spera che hanno un reddito di sei scudi ciascuno senza alcun onere.

Visitò il santissimo Sacramento Eucarestico che viene conservato in maniera decorosa.

Visitò poi il Battistero che trovò molto bene.

L'olio battesimale viene tenuto un una vascetta. Il vescovò ordinò di posizionarlo in una fenestella chiusa a chiave, conservato,in un sacrario con coperchio.

L'olio degli infermi è ben conservato. tuttavia ordinò di dipingere le porticine esterne.

Vide le santissime Reliquie che trovò conservate in modo decoroso.

L'altare maggiore va bene ed è ben decorato, chiese tuttavia di ricoprire la pietra sacra con una tela cerata, e di fornirlo di uno sgabello suppedaneo che sia ridotto di almeno un palmo per adattarlo meglio alla forma dell'altare. In esso vi è la confraternita del Santissimo Sacramento che vive di donazioni e elemosine e che possiede qualche pezzo di terra e una casa che affitta e con i redditi fornisce l'altare di ogni necessità. Il reddito annuale è di circa 15 scudi che vengono gestiti dall'abbate.

Riguardo agli altari della Beata Maria Vergine e di San Sebastiano ordinò di fornirli di due candelabri e del pallio, di sistemare meglio gli sgabelli suppedanei, e di fornirle gli altari di tela cerata da sistemare sulla pietra sacra sopra la mensa.

L'altare del Santissimo Rosario deve essere fornito di tela cerata sopra la pietra sacra. In esso vie è una confraternita sotto il suo nome. Possiede alcuni pezzi di terra e i cui frutti servono per mantenerlo decorosamente e vengonio gestiti direttamente dall'abbate.

L'altare di San Giovanni Battista della famiglia Spera va fornito di una nuova carta gloria, dei telari, e la pietra sacra va fissata meglio sull'altare. Esso va ricoperto con una tela cerata e fornito di una pianeta. In esso vi è una beneficio semplice di jus patronato della stessa famiglia che al presente è posseduto dal reverendo Pietro Spera con l'onere di una messa ogni mese e ha una rendita di circa due scudi.

Ordinò di intonacare e imbiancare il muro presso la fenestella a cornu epistole.

Il confessionale fu trovato ben messo.

Visitata la sacrestia fu trovata ben provvista di ogni suppellettile necessario tranne che un calice con patena che oerdinò di dorare.

Il libri parrocchiali furono trovati in regola e ben riposti.

Sant'Anatolia Matrice

In seguito l'Illustrissimo Signore entrò nella chiesa di S. Anatolia fuori del castello che è la Matrice e nella quale vengono seppelliti i defunti.

Visitò l'altare maggiore e ordinò di fornirlo di una nuova carta gloria, della tabella, degli utlimi vangeli, di due candelabri e del telario per il pallio, il tutto entro un mese.

L'altare della Santissima Pietà, della famiglia di Fabio, deve essere fornito di sgabello per i candelabri, , del lume, di due candelabri, del telario per il pallio, di una nuova pietra sacra e di un nuovo sgabello suppedaneo, entro sei mesi pena la sospensione, e nel frattempo proibì di celebrarvi messa. C'è una confraternita con il suo nome nominata con privilegio, che possiede diversi beni donati dal defunto Fabio Domizi con una rendita annua di ducati 10 e con l'onere della celebrazione di una messa ogni settimana il giorno di mercoledì. Il vescovo ordinò di soddisfare detto onere nell'altare di S. Anatolia fin quando non siano stati soddisfatti tutti i suddetti requiisiti.

L'altare della beata Maria di Loreto va fornito di tutti i requisiti necessari per la divina celebrazione. In esso vie è una beneficio semplice che al presente è vacante per la morte di Carlo Mestrello. Ha una rendita annua di ducati 1,50. Ordinò di fornire il detto altare del necessario e diede facoltà all'abate di provvedere alla scelkta di un nuovo rettore.

Riguardo l'altare di S. Sebastiano ordinò di sostiruire la pietra sacra, di fornirlo di un nuovo pallio e coprire la pietra sacra con una tela cerata.

L'altare di S. Anatolia è ben tenuto e provvisto del necessario.

Circa il corpo della chiesa ordinò di aggiutare le pareti e il tetto nelle parti dove necessario.

San Liberatore

Entrò nella chiesa di S. Liberatore, fuori dal detto castello, nel quale è un altare ben fornito e ordinò di fissare la pietra sacra e di fornirla della tela cerata. I laterizi del pavimento vanno ricomposti e le pareti della chiesa devono essere intonacate e imbiancate e la serratura chiusa sempre a chiave.

San Lorenzo

Il giorno di martedì 6 giugno 1673

L'Illustrissimo si reco nella chiesa parrocchiale di S. Nicola dove benedì la campana della stessa chiesa e celebrata la messa, amministrò il Sacramento della cresima a molte ragazze e ragazzi del detto luogo.

Esiste, presso il detto castello, una villa chiamata Cartore che è diruta. Tuttavia vi è una chiesa sotto il titolo di S. Lorenzo il cui rettore è il reverendo Pietro Dragonetti che ha una rendita di scudi cinque. Fatta la visita della chiesa il vescovò ordinò di coprire con tegole parte del tetto e fornire l'unico l'altare di pietra sacra e di ogni altro requisito, e chiudere le porte sempre a chiave, come già fu ordinato nella precedente visita e, dal momento che il reverendo vicario foraneo a nelle sue mani cinque scudi dei frutti di quel beneficio, ordinò a lui di fare ogni cosa suddetta e se non sufficienti, ordinò di fare il sequestro con esecuzione immediata dando i beni in gestione al reverendo Vicario Foraneo. 

C'era ugualmente, nel territorio di detta villa, la chiesa di S. Costanzo, ora diruta, nella quale c'è un beneficio semplice con l'onere di due messe al mese, che è posseduto e adempiuto da don Pietro Marino presso l'altare maggiore di S. Anatolia. Vi è un altro beneficio semplice sotto il titolo di San Leonardo possesso dal reverendo don Antonio Placidi abbate.

Santa Maria del Colle

Lo stesso giorno

Il reverendo illustrissimo insieme a tutti i suddetti, discese da detto castello verso il castello di Torano e nel percorso visitò la chiesa di S. Maria del Colle nel territorio di detto castello di Sant'Anatolia, nel quale c'è un beneficio semplice con un reddito annuo di 5 ducati, posseduto dal reverendo Nicola Guerrino. Chiese che venissero rispettati tutti gli ordini dati nella precedente visita pastorale, rinnovando i decreti pena il sequestro.


VERSIONE IN LATINO